martedì 3 dicembre 2013

I dipendenti e Mr. Facebook



Ieri sera mi è capitato tra le mani Vanity Fair ed ho letto con molto interesse un articolo dedicato a Mark Zuckerberg, l'inventore di quella trappola infernale che ci costringe a stare sempre a guardare la vita degli altri e a promuovere la nostra: Facebook.
L'articolo racconta di come è organizzato il lavoro in quel piccolo ecostistema che è la sua sede a Menlo Park. Sono americani e creativi quindi l'aspetto professionale e ludico vanno a braccetto: tavoli da ping-pong; motti scritti sulle pareti dell'azienda, trenta giorni di ferie pagate all'anno, gelaterie, parchi e pure un'officina per la riparazione delle biciclette. Eh si, Mr. Facebook, vestito sciatto, incoraggia l'uso delle due ruote perchè sostiene l'ecologia.
Comunque al di là di questi aspetti che fanno morire di invidia chiunque ha un lavoro e anche chi non ce l'ha o è precario e quindi sempre in attesa che qualcosa accada, ciò che mi ha colpito è un discorso che Zuckerberg fa ai suoi dipendenti: "Studiate duro, imparate a conoscere a fondo la persona che vi sta a fianco. Scegliete sempre la strada più difficile e ricordate che siete la generazione con più potere al mondo. L'educazione è la base indispensabile per prepararvi alla conquista del mondo." Ah bello. Mi piace. Ma quanto queste frasi sono lontane dal sistema Italia.

Punto primo: Studiate duro. Si, ci sono persone che studiano tanto (lauree, scuole di specializzazione, master, dottorati) ma con scarsi risultati viste le raccomandazioni e la mancanza di capacità dei capi di riconoscere e coltivare potenzialità altrui. Poi c'è un altro aspetto ovvero che possiamo studiare all'infinito ma senza le esperienze lavorative non riusciamo mai a crescere professionalmente.

Punto secondo: Imparate a conoscere a fondo la persona che vi sta a fianco. Questa frase è un punto cruciale e difficile. Nei rapporti professionali per quanto ognuno di noi si sforzi di cercare di conoscere colleghi, capi, collaboratori ci troviamo sempre dentro ad una giungla di insidie dove competitività, invidie e raccomandazioni (ancora quelle) minano continuamente la serenità personale e la buona riuscita di un lavoro di gruppo.

Punto terzo: Scegliete sempre la strada più difficile. Ah bellissimo. Questa frase mi gasa parecchio e credo che, insieme a "usa bene la tua libertà" di Jonathan Franzen, andrebbe riportata a lettere cubitali all'entrata di ogni facoltà universitaria. Tuttavia la scelta di una strada difficile, se non è dettata da una grande ambizione e da un forte spirito motivazionale, non vale neanche la pena di essere intrapresa. Poi ci vuole anche una certo equilibrio che non ti faccia mai mollare neanche nei momenti di difficoltà quando senti che non ce la puoi fare, che non sei all'altezza, quando ti fai prendere dall'ansia, quando insomma ti chiedi se stai facendo la cosa giusta. La verità, banale ma concreta, è che non si deve mai lasciare il passo a queste insicurezze e non perdere di vista l'obiettivo.

Punto quarto: Ricordate che siete la generazione con più potere al mondo. Affascinante ma poco plausibile in quest'Italia di baroni e di persone sulla sessantina (la maggior parte in pensione) che ricoprono ruoli di rilievo grazie a cognomi altisonanti o amicizie politiche. Io non so come funziona in America ma qui, nella nostra bella penisola italiana, la considerazione data ai giovani, seppur preparati, è pari a zero. Non c'è spazio per ragazzi rampanti con obiettivi e ambizioni se ancora i posti di potere vengono ricoperti da individui con scarse competenze poco inclini all'ascolto e alle ventate di novità che può portare una voce giovane (e forse più esperta). Si perchè il secondo problema è proprio quello. 

Punto quinto: L'educazione è la base indispensabile per prepararvi alla conquista del mondo. Su questo Mark ha perfettamente ragione. L'educazione è alla base di ogni rapporto sociale, educazione purtroppo assente soprattutto tra gli adulti. Ho conosciuto datori di lavoro sempre in guerra, con l'elmetto in testa, che non hanno mai assimilato il concetto di educazione. Ho visto persone scannarsi per inerzie, per prese di posizione, solo per il gusto di mantenere il punto creando purtroppo scontento e confusione e, quel che è peggio, compromettendo la buona riuscita di un lavoro. Ora in un ambiente così la tua educazione è veramente una goccia in mezzo al mare. Comunque per chi vuole intraprendere una carriera con un briciolo di ambizione deve mettere in conto che l'educazione è un aspetto fondamentale per la riuscita di una buona politica sociale di collaborazione. Più sei educato e più hai margine di piacere agli altri soprattutto se non ti conoscono. Quindi fai dell'educazione il tuo biglietto da visita. Poi se lo dice Mark lo sciatto io mi fido.

L'articolo si conclude con il racconto di un episodio riguardante una riunione in cui uno stagista ha preso la parola per dare un suggerimento. Mr. Facebook ha preso appunti perchè gli è sembrata una cosa interessante. Zuckerberg ascolta anche lo stagista, tutti partecipano ai suoi incontri in modo democratico. Pensate quanti anni luce noi siamo lontani da questa tipologia di comunicazione. Mi è capitato di lavorare con persone che hanno basato il loro rapporto professionale sulla sfiducia e sull'ambiguità. Quando non ti fidi del dipendente, vuol dire che non ti fidi neanche di te stesso. Quando non vedi il dipendente come una risorsa e non la sfrutti per questo tanto vale che lo licenzi. Devo dire che tuttavia ambienti lavorativamente difficili in parte di formano. Si perchè a volte ti mostrano, e qui cito una cara amica, tutto quello che non deve essere fatto. Poi si impara. Sempre. Io forse ho imparato molto da capi 'difficili' ma ho imparato molto di più da persone che mi hanno dato fiducia e che hanno visto in me una risorsa, incoraggiando i miei entusiasmi e ascoltando le mie idee.

Allora questo Mark ci ha visto giusto. Per tanti motivi. E credo che non sia stato uno stinco di santo nel passato però forse ora si vuole redimere. Noi intanto continuiamo ad affogare nella galassia delle raccomandazioni, dei baronati, della burocrazia dove i giovani devono pregare per avere una chance.
Ma anche questa è l'Italia. Purtroppo.