martedì 8 novembre 2011

Alle prode

Ho finito di leggere l'ultimo libro di Baricco ieri sera e vorrei citare qui sotto uno dei paragrafi finali:

"Recentemente è uscito un altro libro di Klarisa Rode, incompiuto. Pare che la morte l'avesse sorpresa quando ancora doveva scriverne, secondo i piani contenuti nei suoi appunti, una buona metà. È un testo curioso perchè, contro ogni logica, la parte mancante è l'inizio. Ci sono due capitoli su quattro, ma quelli finali. Dunque per il lettore si tratta di un'esperienza che si avrebbe ragione di definire singolare, e che tuttavia sarebbe scorretto giudicare assurda. Non diversamente si conoscono i propri genitori, d'altronde, e talvolta perfino se stessi."

Sono mesi ormai che rifletto sulla conoscenza di se stessi e, per scriverla meglio, sono mesi che ci lavoro su, che tento di trovare una strada che mi metta nella condizione di sapere chi realmente sono. La conoscenza di se non è assolutamente un percorso facile perchè non sai mai quello che trovi durante il cammino.  Il dato che più mi affascina in questo contesto è la totale libertà con cui ti avvicini ad alcune scelte perchè sembrano più consapevoli e autentiche. Tutte le scoperte che fai di te mettono la tua persona in una condizione diversa anche rispetto agli altri e soprattutto ti permettono di vedere il mondo con occhi più sereni. 
Ma per qualche giorno mi ero completamente dimenticata di questo percorso.
Ero andata in confusione o meglio ero tornata indetro rispetto al mio presente. Sino a che non è giunta la solita telefonata mattiniera (ore 8e20) a schiarirmi le idee. In quella telefonata mi è stato ricordato molto candidamente tutto quello che io predico a destra e a manca da diversi mesi. E lì ho capito.  Perchè cambiare? Ma soprattutto: come ho potuto dimenticare?
Riflettendoci sono convinta che l'ascolto dei Baustelle proprio in quei giorni non sia stato assolutamente casuale. Quelle canzoni così dense di ricordi mi hanno ricondotta dritta dritta a quel vissuto di molti anni fa. I miei testi preferiti hanno contribuito a riportare dentro di me quell'humus di confusione misto a sregolatezza, misto a divertimento, misto a scarnificazione. 
Un mix decisamente esplosivo. E poco sano. 
E ora che sono rientrata nei ranghi mi chiedo: ma perchè nelle situazioni della vita tendiamo sempre a ripetere alcuni meccanismi del passato se siamo persone nuove nel presente? Perchè non si può affrontare il presente semplicemente per come siamo ora? 
In un momento si spazza via tutto quello che, in virtù di una cavolo di autenticità, lentamente e faticosamente si è costruito. Le sofferenze e le felicità del passato devono necessariamente essere inserite in un cassetto e tenute come elementi preziosi della nostra esperienza da tirare fuori solo in momenti eccezionali e solo per ricordare chi eravamo e chi siamo rispetto al vissuto passato.  E quindi non da riutilizzare costantemente come modello. In definitiva penso di aver capito il motivo per cui per qualche giorno ho sentito il desiderio irrefrenabile di aprire quel cassetto. Perchè ad un certo punto si  è affacciata  dentro di me la paura e quindi ho avuto bisogno di ritornare a quando la paura era irrimediabilmente essenziale e distruttiva. 
Ma stavolta non mi faccio fregare. 
Paura stai alle prode perchè io non voglio noie di sorta.
Concludo con un'altra parte del libro di Baricco che poi è un brevissimo dialogo:

- Non sono tranquillo. Ho solo detto che ho tempo. Pensavo di entrare nel panico tra qualche giorno.
- Sempre a rimandare, voi giovani.

A volte la lettura e le telefonate mattiniere sono essenziali per una buona sanità emotiva.



venerdì 4 novembre 2011

Dialogo

Esistono alcune forme di dialogo veramente illuminanti.

A: Ma il tuo blog?

B: Per il blog non ho niente da scrivere.
Quindi non scrivo.

A: Crisi dello scrittore..non sarà prestino?

B: No è che a Capalbio ho lavorato tutti i giorni..
spunti, idee ma non ho del materiale
e quindi aspetto che succeda qualcosa 
poi scrivo

A: Potresti scrivere un pezzo sulla collezione fine estate-autunno delle senesi

B: O di come si vestono i senesi ai matrimoni... [N. d. A. l'interlecutore A aveva partecipato ad un matrimonio di recente e l'interlocutore B aveva visionato le foto]

A: E dai..io non faccio testo

B: Comunuqe ieri sera ho fatto il risotto con i funghi.
Con i funghi secchi. Prima volta.

A: Raccontami

B: Cipolle e funghi
poi un bicchere di vino
poi brodo per far cuocere il riso
poi prezzemolo alla fine

A: Brodo come??

B: Brodo...
brodo di una mia mano...

A: Di dado? Di carne? Sedano, carote e cipolle?

B: Che brodo vuoi che sia...biologico..
di verdure, si.

A: Dado eh...

B: si, chiaramente.

A: Ah ah ah ah ah

B: Che pensavi...
che lessavo un pollo e
poi usavo il brodo?
Su via
non sopravvalutarmi..

A: Almeno sedano, carote e cipolle però...

B: Non c'erano nella ricetta.
Su, su accontentati.
Solo mezza cipolla.

A: Per fare il brodo dicevo...comunque brava!!! 
Ago sarà contento..

B: Si, era contento.
Ma non so se faceva finta...
Boh.

**Qualsiasi riferimento a fatti o persone realemente esistenti non è puramente casuale.


giovedì 3 novembre 2011

Happiness Kit

Difficile scegliere....
 1. Sobrio
2. Gourmet

3. Ruspante
Mi piace quella cosa del SAY YES MORE.
Intanto travaso una pianta. Poi si vedrà eh!

L'eremo

Mi ci vogliono due giorni di eremo per riprendermi da Capalbio.
Ma perchè è così stancante? Vengo da tre settimane di semi-solitudine (bella, B E L L I S S I M A) e  per chi non lo capisce non me ne frega niente. Rientrare nel sistema sociale mi è costata fatica. 
Ho avuto la strana percezione che alcuni fossero un po' fuori di testa.  Strani, agitati, urlatori, pasticcioni, illogici.
Sarò io che non vedo più il mondo come una volta? O forse inizio seriamente a respingere le relazioni sociali? Però a chi ho raccontato questa sensazione mi ha dato ragione. Ho sentito frasi, visto atteggiamenti, ascoltato racconti che, se ci ripenso, mi stranisco.
Poi Gustatus, il raffreddore, l'archivio, la festa dei Mandrioli, la mi' mamma, le notizie tristi, le notizie malinconiche, l'incoerenza di alcune scelte. No via, torno nell'eremo. Non voglio noie.
Per fortuna c'erano le mie amiche che, specialmente martedì hanno contribuito alla creazione di quel mood che forse un pochino manca a Siena. Ma che mi ricarica per diversi giorni. Quindi grazie Silvia e Marta. I legami non si costruiscono solo con aperitivi, cene, uscite. Sono legami e basta.  Almeno per me (cit. Baustelle). E poi parliamo di decenni di partecipazioni e condivisioni [e via non continuo....] che sono sempre nell'aria quando siamo insieme.
E per fortuna ci sono i miei gatti a cui giuro amore eterno. Anche al cane che ormai mi vuole bene come se fossi io la sua padrona. Ah che soddisfazioni!!
E per fortuna ci sono quelle belle conoscenze, perle preziose in questo mare di niente, con cui posso parlare liberamente e confrontarmi su tutto. Alcune devo dire che sono sempre fonte di ispirazione e creatività.
Infatti ho pensato spesso in queste ultime ore a quella domanda: "Ma hai un piano?" No!! Cavolo io non ho un piano. Quindi ho messo questo obiettivo tra i miei prossimi impegni.  Devo farmi un piano. Anzi, grazie a chi mi ha fatto la domanda. Vedi a volte uscire dall'eremo serve.
Però insomma sono stanca. Oggi ho avuto bisogno di un pomeriggio di silenzio, di fare ordine, di starmene a casa mia. 
Anzi, visto che mi sto riprendendo, domani replico. 
La vera libertà è stare bene soli.