lunedì 22 agosto 2011

Alberoni docet (solo per oggi)

Quando il lunedì compro il Corriere di solito leggo la rubrica di Alberoni 'Pubblico&Privato'. Mi diverto con i suoi articoli perchè sono sempre di un qualunquismo sconcertante (per non parlare dei titoli). 
E voi allora vi chiederete: ma che te li leggi a fare se ti fanno schifo? 
In realtà quando ero più giovane e con meno esperienza cognitiva mi sembravano articoli sorprendenti, pieni di tanta verità; poi, con il tempo, ho cambiato idea ma non ho perso l'abitudine di leggerli. Forse spero sempre di trovare, in quel  mare di ovvietà da psicoterepia spicciola, qualche perla di saggezza.
Comunque oggi ho letto qualcosa di interessante sul fascino che qui vi riporto:

"Il fascino appare quando la persona sprigiona qualcosa che accende la fantasia. Ma deve essere la persona in se stessa, per quanto è realmente. Il fascino non può essere prodotto dalla finzione, dall'artificio, dalla recita. Nasce solo quando ciò che la persona dice e fa corrisponde al suo interno essere, alla sua verità. [...] Il fascino è una figura della verità."

Hai capito Mr. Alberons che grande verità ci ha regalato di prima mattina?



La cornice

Di molte persone si può affermare quanto vale per certi dipinti, cioè che la parte più preziosa è la cornice.
Si, molti sono tutto o solo cornice, cioè apparenza, esteriorità, vanità, finzione, illusione; sotto il vestito, niente. La regola capitale del successo è, soprattutto nell'era televisiva, l'apparire, il trucco, la superficie: "in questo mondo l'importante è non aver mai l'aria di ciò che si è." (A. Gide)
Ricordiamo allora, che non è tutto oro quel che luccica, ma in verità neppure tutto quel che è oro luccica.
G. Ravasi

lunedì 15 agosto 2011

FestAmbiente 2011

Rispescia, ore 19:30. Arriviamo a FestAmbiente per assistere alla consegna ufficiale delle cinque vele al comune di Capalbio. Chiaramente, arrivata nell'area dibattiti saluto tutti, mi defilo e parto, munita di macchina fotografica, per fare un giro negli stand. Inizio con la sezione 'impegnata' dove si trovano tutte le associazioni. La prima in cui mi fermo è quella dell'ENPA dove firmo la petizione per costituire a livello nazionale il pronto soccorso per animali incidentati anche se i volontari non mi considerano molto (forse a causa della mia mise poco trasandé).
Passo poi davanti alla LAV, all'associazione surfisti (eh si ci sono pure loro), al banco dei vegani e poi con grandissima sorpresa trovo quello che non mi sarei aspettata: lo stand di Osho Miasto

Mi ci vogliono cinque minuti per riprendermi...
ma che ci fanno quelli di Osho Miasto a FestAmbiente? Avevo letto poco tempo fa su internet dell'esistenza di questa comunità che si trova vicino Siena dove si pratica la meditazione.
La curiosità sulla meditazione è nata a causa di un libro molto commerciale che ho letto (più di una volta) quest'inverno e che, per tutta un serie di motivazioni personali che non starò qui a elencare, mi aveva colpito molto. Siccome nel libro la protagonista va in un ashram in India per cercare se stessa (all'interno di un percorso che la conduce anche in Italia), avevo pensato di dare un'occhiata su internet per cercare luoghi di meditazione in Toscana ed ecco che mi era capitato di trovare Osho. Per la verità il sito non mi aveva colpito per niente e quindi l'idea della meditazione era naufragata.
Tuttavia la coincidenza di trovarli a Rispescia aveva risvegliato in me la curiosità e quindi non mi sono fatta scappare la possibilità di farmi una chiacchierata con un tipo che fa parte della comunità. Il tipo mi spiega che serve una quota di iscrizione di 18 euro per cui ti compilano una tessera associativa e che si può andare  per la meditazione anche solo la mattina (ore 6:00) oppure solo la sera (ore 22:30), dove puoi ascoltare una videoregistrazione del guru Osho che parla in inglese.
A quel punto io, mentre lui si spalma una crema per le cartilagini (così ha detto e io scrivo, ambasciator non porta pena), gli chiedo per quale motivo non c'era scritto niente di tutto questo su internet e lui mi fa: "Amore mio, ma noi mica possiamo scrivere il MONDO nel sito!" Si, ok ma almeno che si paga e che non è necessario starci come minimo un week-end lo potevate sottolineare.
Comunque prima di andarmene mi regalano due segnalibri dove in uno è riportato il concetto di felicità per Osho che io ora regalo a voi:

Felicità è quando
sei in sintonia con la realtà.
La felicità è armonia
tra te e il reale.
L'infelicità è una disarmonia
tra te e il reale.
Quindi se sei infelice ricorda
è perchè ti stai allontanando
dalla realtà.
Devi seguire la realtà,
devi entrarci profondamente,
in armonia,
essere pronto a dissolverti,
a diventare una cosa sola.
Con la realtà
ti dissolverai
come una goccia d'acqua
ma non ti devi preoccupare
diventerai l'oceano.



Passato Osho mi dirigo verso le bancarelle più commerciali dove, con il sottofondo della voce di Amy Winehouse, si vende di tutto: libri, collane, magliette, (soprattutto quelle che celebrano la vittoria sul nucleare del referendum) orecchini, bracciali, cibi bio, bevande bio, biccheri e piatti compostabili e infine i soliti ninnoli  peruviani (ma poi non si capisce: chi compra questa roba del Perù? boh)


Mi fermo nello stand chiamato "La piazza del libro, la cultura in piazza" dove, tra i vari volumi dei tanto decantati scrittori/giornalisti di sinistra, trovo un libro di Franzen (Le correzioni che la sottoscritta sta leggendo) e, sorpresa delle sorprese, una marea di libri iper-commerciali sulla cucina tra cui i due della Parodi (che sono presenti anche nel mio bilocale senese) e quello di Anna della Prova del cuoco. 



E qui ho la conferma che veramente l'integralismo ha i giorni  contati.


Comunque lascio il mio percorso meta-spirituale degli stand per tornare all'area discussioni. Tessa Gelisio presenta il dibattito e la conseguente premiazione ma non ascolto praticamente nulla perchè rimango colpita da due elementi: il primo è il braccialetto giallo, molto carino che ha al polso il Presidente (?) di Legambiente e penso a come potrei averlo; i secondi elementi che catturano la mia attenzione sono le sedute e i tavolini di cartone sul palco.
Niente male come idea! Ma a casa mia con i gatti e il cane durerebbero poco, pochissimo.
Vengono premiati alcuni comuni, tra cui quello di Capalbio, il sindaco fa un intervento polemico sull'annosa questione dell'autostrada, scattano le foto di rito e poi tutti a cena gustando i prodotti tipici nostrani.

Il menù comprende:
- antipasto di verdure e salumi (che ho lasciato a Ago)
- zuppetta di mare e bietole (buona)
- stracotto di brada (ribattezzato "dell'Ikea" per il sapore della salsa)
- gelato biodinamico (il nome sembra un corso di aerobica...)

Finita la cena andiamo a sentire l'inizio del concerto di tale Mannarino (chi è quest'uomo l'ho scoperto ieri) e mentre sono lì che ascolto (e qualcuno continua a guardarmi in modo strano, forse sempre per la mise poco trasandé, almeno credo), mi ricordo che l'anno scorso ero proprio qui a ascoltare i Baustelle.
Vi lascio quindi con questa perla da veri intenditori:





Settembre spesso ad aspettarti
e giorni scarni tutti uguali
fumavo venti sigarette
e groppi in gola e secca sete di te





domenica 14 agosto 2011

RITRATTO.DI.VACANZA

Capalbio. C'è un posto accogliente quanto Magazzino 3?
Se esculdo il bar di Paola e Stefano direi di no. Almeno per me. (e qui la citazione baustelliana ci stava tutta e per chi non la capisce che si ascolti La guerra è finita  e se non ha mai ascoltato questa canzone che se la senta per almeno 4/5 volte).
Ecco stasera c'è stata una molto personale mostra fotografica di ritratti di vacanza. Conoscenti, bambini, amici, cugini, gemelle hanno posato davanti all'obiettivo di Marcello. Sembrava di vedere scatti d'altri tempi, di un tempo che non c'è più...e poi sembrano tutti felici. Ognuno con una posa diversa, con un giocattolo. Tutti lì dietro un fondo grigio che risalta "i colori delle persone". Sono belle anche le foto del backstage in bianco e nero, mi sembra che rappresentino le persone come realmente le vedo io. Beati loro che c'erano a farsi fotografare.
Io ho potuto solo vivere l'emozione della visione stasera. Però ho fatto qualche foto, giusto per lasciare una TESTIMONIANZA (parola che in questi tempi va tanto di moda) del mio passaggio. 

Mi piace Magazzino 3, mi piacciono Monica e i suoi amici. 

Mi piace che Monica venda libri, vestiti, profumi, collane, borse, costumi (non brasiliani!), scarpe.


Mi piace vedere capalbiesi e non vestire Clotilde. (che soddisfazione!!)

Mi piacciono le battute sarcastiche (l'ultima batte sempre la precedente per la brillantezza) e le dritte su abbigliamento, mente, libri, film, pelle (Bianca Balti...Who knows?). 

Mi piacciono le discussioni aperte, quelle che mi porto anche a casa perchè mi fanno rimuginare. 
 
Mi piace provarmi vestiti e mi piace ascoltare racconti.

Mi piace pensare che nella mia casa senese ho una scatola bianca che tengo come fosse una sorta di trofeo.

Mi piace comprare regali da Magazzino 3 per le mie amiche perchè mi sembra di portare loro una testimonianza (e siamo a due) dello spirito con cui vivo a Capalbio.

Mi piacciono i dibattiti su quello che a Capalbio non va e mi piace pensare che ci sono persone che amano questo posto tanto quanto me. Perchè Capalbio è anche questo. Passione. Ci lamentiamo, discutiamo però siamo sempre qui.


E poi mi piace che nel negozio ascolto i Baustelle e che chiamo Claus che è fuori per dirgli: "Vieni dentro, senti che canzone c'è" e sulle note di "Le vacanze dell'ottantatré" si vedono facce che cantano ma soprattutto ricordano. 

E mi piace che posso ascoltare anche la mia ultima canzone preferita (ce ne sono così tante), quella che ho più canticchiato durante l'inverno, quella che ascolto sempre in macchina con Ago: Gli spietati.

Insomma per me questo negozio rappresenta tutto questo e molto di più e sono felice di aver trovato un altro luogo chiamato CASA. Casa in senso sia intrinseco che estrinseco.





Eccole qui le due modelle: Paris e Lilly. (ogni richiamo a fatti e persone non è assolutamente casuale)

giovedì 11 agosto 2011

Blockbuster

Mi si prospetta una serata nella mia beata solitudine; approfitto quindi per scegliermi un film che Agostino non vorrebbe mai e poi mai vedere ma stavolta non faccio come al solito ovvero riguardandomi per l'ennesima volta uno dei miei dvd preferiti. NO. Oggi stravolgo la mia routine e decido di andare da Blockbuster. La cosa mi esalta particolarmente per diversi motivi:
  1. Da San Prospero a Viale Cavour è una bella camminata e io amo passeggiare sola.
  2. Mi piace comprare film usati (magari più di uno che c'è più sconto).
  3. Ci vado da sola e quindi posso stare tutto il tempo che voglio e soprattutto scegliere quello che mi pare (la scelta di un film che piaccia a due persone a volte è un tasto dolente).
Comunque parto, passeggio, arrivo e mentre sono lì (ci stò più di quaranta minuti) chiama mamma: "Marià" "èèè" "dove sei?" "Da Bolckbuster" "ah da quello delle scarpe?" (oh cavolo, mamma al posto di Blockbuster ha capito quello delle scarpe..andiamo bene...) "No mamma, da BLOCKBUSTER" "Ah e che è?" "Un posto dove si affittano DVD...ma chi sono quelli delle scarpe scusa?" "Ma si dai quelli che tengono la musica alta!" "Ah Foot Locker" Mamma identifica sempre quel negozio per la musica assordante e per il fatto che io puntualmente esco dopo due minuti che ci sono entrata. Va beh quando riattacco rido ripensando al malinteso e perdo un altro quarto d'ora per scegliere il secondo DVD (se ne compri uno spendi 7,90 se invece ne prendi due 10 euro).
Alla fine, forse anche confusa da tutti quei giornali che mi hanno propinato maglioni (vedi post precedente), la scelta del secondo DVD cade su 'A Christmas Carol'. 
D'AGOSTO. MA CI RENDIAMO CONTO?


mercoledì 10 agosto 2011

Non sono ancora pronta per l'inverno! Però....

Visto che ho una marea di giornali arretrati ho iniziato a sfogliarne qualcuno e tutti  ti rifilano le sfilate che detteranno i canoni dello stile per il prossimo inverno (anche se siamo in piena estate). Ma il mondo della moda è così e noi poveri esseri umani non possiamo far altro che sognare (o stolzare) alla vista di alcuni vestiti.
Questa carrellata di foto è il risultato. 
Ora quello che si vede non è assolutamente quello che mi comprerò (magari...) ma semplicemente quello che mi piace.
Prima oggetto: il Montgomery di BURBERRY

BALMAIN (naturalmente la giacca)
 MATTHEW WILLIAMSON
 VALENTINO (che scarpe)
 MARC
 N 21 (la mia preferita)
 ancora MARC
ZAC POSEN (con modella che sembra strabica, immagino che sia un effetto della foto)

lunedì 8 agosto 2011

Happy Family

Sabato sera. Vado in pizzeria con Ago in cerca di un paio d'ore di tranquillità. Ci fanno sedere a un tavolo e accanto a noi noto un gruppo di persone composto da due famiglie più una caterva di figli (cinque per la precisione e tutte femmine). Capisco subito che sono romani e che le due madri di famiglia sembrano sorelle ma, oltre questi particolari, non faccio tanto caso a loro.
A un certo punto però una serie di eventi catturano la mia attenzione. Il tutto inizia quando una figlia si lancia per terra accanto alla sedia di Ago e parte con una bizza pazzesca: piange, urla, scalcia, smanetta. Al che suo padre si alza e fa: "Va beh, vado a prendere i regali". Dopo cinque minuti il padre di famiglia torna con tre, dico tre, bustone bianche grandi come sedie contenenti regali enormi non impacchettati (evidentemente la carta regalo non usa). Queste povere bambine alla vista delle buste iniziano immediatamente ad agitarsi compresa quella in terra che nel frattempo si alza e inizia a controllare il contenuto dei sacchetti. Intuisco che è il suo compleanno e che i regali sono tutti destinati a lei ma non sono l'unica ad aver capito ciò. Infatti una delle bambine, resasi conto che nessuno dei regali è per lei, inizia a piangere e ad urlare. A nulla servono le spiegazioni dei genitori che tentano invano di calmarla spiegandole che è il giorno del compleanno della cuginetta e non il suo.
Scene di panico ma il bello deve ancora venire.
Improvvisamente il padre (quello delle buste, lo specifico perchè ce n'è un altro che tra poco si paleserà) si mette in cerca di un coltello per togliere la plastica da un regalo (sempre enorme). Si guarda intorno con quell'aria di chi si chiede "ma qui nun ce stanno li coltelli?" e controlla se ci sono su altri tavoli sino a che non passa il cameriere con una pila di piatti da pizza e posate sporche. Il padre, senza proferire parola ma con quell'aria da "che ce frega" sfila dalla pila un coltello sporco (!). Il cameriere incredulo guarda verso Ago che gli fa spallucce. Solo questa scena merita tutta la cena ma non è finita qui. In mezzo a tutte queste figlie piangenti il suddetto padre (finalmente) si decide e fa: " 'A Marco che ce porti 'a torta?" Dopo cinque minuti eccola lì: una torta con panna e cinque candeline. Accendono queste benedette candeline e chiamano la bambina per spegnerle che si trova circondata dal suo bottino di regali. La poveretta, avendo paura che qualcuno le porti via tutto, si ributta in terra e ricomincia la bizza: urla, pianti, calci. La madre allora prende la torta e la sposta nel punto più vicino dove sono collocati i giocattoli per farle spegnere le candeline ma niente. Alla fine la bambina, sempre piangente, tenendo ben strette con le mani le tre buste di plastica, si avvicina alla torta ma è troppo sconvolta quindi le candeline non le spegne. Nessuno le canta TANTI AUGURI ma il padre bello bello le fa una marea di foto (ma come si fa a fare le foto di compleanno a tua figlia in queste condizioni?) Tagliano la torta, mettono le fette nei piatti e l'altro padre ne mangia una in piedi con le mani, leccandosi pure le dita (che fai ti privi?). 
A un certo punto si nomina la parola GIOSTRE e ecco che tutte queste cinque figlie (piangenti e non) si dimenticano dei regali, del compleanno, della torta, dei genitori e partono in direzione appunto di una giostra che si trova proprio accanto alla pizzeria. Vista la calma che si è ristibilita il padre (quello delle buste e del coltello) si guarda intorno in cerca delle fette di torta non mangiate e le rimette nel vassoio ricompattandole insieme con le mani (scena memorabile perchè lo fa in modo sublime). La nonna gli va in soccorso, prende una fetta da un piatto e cerca di risistemarla nel vassoio ma viene immediatamente sgridata: "Ma che stai a fà!? Quella è tutta smagnucchiata!!" Subito dopo l'azione del ricompattamento il padre si vuole lavare le mani ma che fa? Va in bagno? NOOOOO. Prende una bottiglia dal tavolo, si versa l'acqua gassata sulle mani sopra i piatti sporchi e se le lava così (altro gesto sublime). Dopo ciò si asciuga le mani con un tovagliolo sporco.
Lui ormai è diventato il nostro mito per una notte.
Happy Family per tutti.

lunedì 1 agosto 2011

Libro di Veltroni

Capalbio. Bar preferito, colazione con la donna più creativa di tutta la Toscana. Pit stop all’edicola dove sono tentata di prendere un libretto per i test di intelligenza ma rinuncio (perché?). Approdo, sempre con la donna più creativa di tutta la Toscana, nel negozio di sua proprietà dove mi provo un vestito S-T-U-P-E-N-D-O.
Poi vedo delle foto di un backstage (e lì grande rosicata per essermi persa l’evento di sabato scorso). Nel frattempo in negozio si aggiunge altra gente, arrivano caffe shakerati e sento parlare di tanti argomenti. Mentre ascolto penso che più che un negozio quello di Monica è un crocevia di bella gente, pensieri e vestiti insomma capisco di essere capitata proprio in un bel posto. 
Il week-end prosegue con i soliti pomeriggi all’Ultima Spiaggia dove però sono orfana della mia preferita (antani). Stasera però ho partecipato ad un evento: la presentazione del libro di Veltroni. Arrivo al paesello e immediatamente mi rendo conto che sono circondata tutta la rappresentanza del turismo radical-vip capalbiese. Non manca proprio nessuno. (cito alcuni: Fabiani, Petruccioli, Manfellotto, il figlio di Napolitano e Ciabatta che, evento degli eventi, ha tutta la camicia abbottonata). Mi siedo in disparte (così è per l’uomo della strada che avrebbe molto da dire ma vive un passo indietro rispetto ad altri) e vedo Walter: abbronzato, pantalonacci cerulei e camicia senza cravatta. (anche lui si è intonato all’ambiente radical). Poi, ad un certo punto, guardo accanto a lui e vedo una donna che mi sembra di riconoscere. Cazzo. E’ Barbara D’Urso! (mammina queste donne della televisione come sono magre dal vivo). Baci e abbracci con Walter come se fossero amici da una vita. La donna della tv generalista e un uomo di sinistra…e qui ho la conferma che la televisione, come la politica, è tutta una finzione. Che peccato. 
Parte la presentazione e mentre sento Veltroni che parla di scrittura, dell’amore per la lettura, dell’importanza dell’ascolto penso a Franzen e penso che lui si che è un grande, lui che queste cose le ha scritte in modo sublime e senza la retorica che ti propinano questi intellettuali italiani. Alla fine degli interventi corro a comprare il libro e mi avvicino per farmelo firmare. Walter mi scrive la solita dedica anonima “a Marianna con affetto” (potevi fare di meglio caro amico mio) e poi aspetto vari convenevoli e foto perché devo tornare a casa con l’assessore. Mentre stiamo andando via ho Veltroni davanti che si gira, mi guarda e poi si rigira. Dopo pochi secondi si rigira, mi riguarda e mi dice: “ma vuoi che ti firmi il libro?” Io lo guardo, scoppio a ridere e gli dico: “NO!” Ma cooome! Te con tutta quella smenata dell’importanza dell’ascolto, mi fai una dedica anonima e ti scordi pure di avermela fatta cinque minuti fa? Va beh malgrado tutti e tutto Veltroni mi è piaciuto.