venerdì 9 marzo 2012

Marni at H&M

Durante le mie giornate fiorentine riesco sempre a ritagliarmi una fetta di tempo per fare una visitina a quello che considero uno dei negozi più interessanti in circolazione: H&M. Trovo l'azienda svedese che produce abiti low cost interessante per una pluralità di motivi:
- mi piacciono molto gli abiti e gli accessori  (soprattutto gli orecchini per cui ho una vera passione) che  posseggono quel sapore di novità ed esprimono una certa vitalità estetica.
- mi piace l'idea del low cost accessibile a tutti (pantaloni a euro 9.95 che fanno una figura dignitosa, comprati chiaramente di tutti i colori)
- mi piace questa moda veloce e colorata che ti fa sentire molto, mooolto giovane.
- mi piace la musica che ascolto quando sono lì.
- mi piacciono molto i ragazzi che ci lavorano, anche loro rappresentano quell'idea di forte vitalità (sempre ganzi, mai banali nell'abbiglimento, soprattutto gli uomini)
Ma l'elemento che preferisco in assoluto quando entro in un negozio H&M è l'osservazione della varietà umana che, come me, decide di comprare abiti a basso costo. Quello che mi colpisce di più è, manco a dirlo, lo stile di qualcuno che diviene sempre fonte di spunti e idee per aggiungere qualche nuovo pezzo ai miei armadi.
L'unico neo del negozio di Firenze è quella terribile puzza di fogna appena si entra ma devo dire che superati i due gradini il puzzo non si sente più. (Però mi chiedo: si può fare qualcosa? Ma da che dipende?)
BENE.
Dopo aver elencato i pregi del negozio arriviamo al motivo del post.
Ieri mi reco in visita e scopro che giovedì (cioè oggi) avrebbero iniziato a mettere in vendita la collezione disegnata da Marni per H&M.
BENE.
Leggo all'entrata il solito elenco delle limitazioni (vedete qui alla destra) in cui l'azienda indica le modalità di acquisto: ogni cliente può comprare al massimo un pezzo per ciascun articolo.
Non si vogliono furbette.
Qui si vuole vendere democraticamente tutto a tutti. Anche questo, manco a dirlo, mi piace parecchio.
Comunque torniamo al punto.
Visto che mi ero persa la collezione di Versace e visto che oggi sono a Firenze decido di avventurarmi nell'impresa "Marni" durante la pausa pranzo.  Devo assolutamente riuscire a prendermi qualcosa e poi insomma sono curiosa di respirare l'atmosfera di ressa causata da quest'iniziativa.
Esco da lavoro, vado al bar Mariano, mi faccio fare un panino (salmone, rucola, philadelphia), saluto e parto in direzione H&M.
Arrivo in negozio (l'ultimo boccone del panino lo mangio sulle scale con, ahimé, il solito puzzo di fogna) e entro. Vado al piano di sotto dove è esposta la collezione e lì già mi gaso perchè vedo quello che mi ero immaginata.  La linea Marni, concentrata al lato destro del piano, è transennata con bodyguard annesse che cercano di far entrare una ventina di persone alla volta. C'è una discreta fila ma ormai ci sono e quindi mi dico: Proviamoci! 
Prima però lancio uno sguardo al di là delle transenne per vedere cosa è rimasto e riesco a scorgere qualcosa di interessante. Mentre sono lì che aspetto il mio turno di entrata inizio a sfogliare (come direbbe qualcuno questo è un dettaglio parecchio snob) il Giornale dell'Arte dove è riportata un'esaltante recensione del catalogo ragionato di Sergio Vacchi e già che ci sono fornisco indicazioni in inglese e francese alle altre povere pazze che, come me, sono in fila in questo delirio.
Faccio la mia fila e dopo una ventina di minuti entro nella zona transennata che fa tanto striscia di Gaza. Lì ho dieci minuti di tempo per scegliere quello che mi piace e poi devo inesorabilmente uscire per far posto alle altre persone in fila. Con mia grande sorpresa riesco a scovare una maglia e una gonna  di seta della mia taglia (le avevo viste il giorno prima su internet) e in più il foulard che avevo deciso di regalare alla sorella di Ago per il suo compleanno. Esco dalla zona Marni e mi dirigo verso i camerini dove però c'è una fila pazzesca. E ora come si fa? Mi viene un'idea. Mi giro verso una commessa e le chiedo se posso andare a provarmi i pezzi Marni di sopra, dove c'è il reparto uomo. La commessa mi dice di fare un tentativo perchè probabilmente lì potrei trovare meno fila. 
Quindi parto in direzione primo piano dove effettivamente non c'è molta fila e, sorpresa delle sorprese, trovo quella che considero la donna più chic di Siena con cui inizio a chiacchierare (di vestiti). Sono abbastanza titubante per la gonna di seta perchè penso che non torni molto bene ma ormai ci sono e un tentativo voglio farlo. Provo i miei capi e, sorpesa delle sorprese numero due, mi stanno bene! 
Nel frattempo nei camerini c'è un viavai di gente: chi si prova i vestiti, le scarpe, chi si scambia le taglie, chi lascia le cose che non compra alle altre ragazze in fila. Insomma una gran confusione con retrogusto delirante dove sembrano tutti felici ma di quella felicità dovuta all'isteria del momento. Esco dai camerini e vado di corsa a pagare come se avessi paura che qualcuno possa portarmi via i miei preziosissimi capi. Alla cassa chiedo pure le stampelle (tanto ormai...) che la commessa mi regala.
Esco con la borsa di Marni. E qui, sul Ponte Santa Trinita, sono felice (e parecchio gasata).
BENE. Sono contenta di ricominciare a  scrivere in questo blog proprio oggi. L'inverno è stato lungo ma pieno di novità e denso di nuove esperienze. La scoperta della bellezza di Firenze, lo stimolo di un nuovo lavoro, la conoscenza di tante persone, la profondità di alcune amicizie. Sono momenti interessanti soprattutto se si decide di viverli con curiosità e leggerezza. Ma sempre con una grande coscienza di sé.
In tutto questo mi pare doveroso ringraziare la persona che mi ha accompagnata, ascoltata e sostenuta in questi ultimi mesi. La sua presenza, a volte molto divertita, è divenuta un punto di riferimento costante per il mio nuovo presente. Grazie.

1 commento:

  1. Un giorno vorrei venire con te in queste occasioni deliranti di shopping...chissà se ci riuscirò mai!

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