venerdì 25 maggio 2012

"Occhi e palpebre"

Il discepolo aveva peccato gravemente e pubblicamente. Il maestro non lo punì. Un altro discepolo protestò: Non si può ignorare la colpa, Dio ci ha dato gli occhi! Il maestro replicò: Sì, ma anche le palpebre!
La sapienza degli antichi asceti del deserto egiziano è proverbiale, come in questo apologo delizioso. Ammirevole lo sdegno dei benpensanti che fremono perché la società è troppo tollerante, i preti di manica larga, il buonismo è imperante. Certo la giustizia ha i suoi occhi che devono rimanere aperti. Ma l'umanità deve anche ricorrere alle palpebre dell'amore e della misericordia. Agli intrepidi accusatori vorrei, però, ricordare un altro aforisma sull'occhio, che questa volta è di Gesù stesso: "Perchè ti fissi sulla pagliuzza nell'occhio del tuo fratello e non senti  la trave infitta nel tuo occhio? Ipocrita, togli prima la tua trave, e allora vedrai bene per estrarre la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello!

Il Breviario di Ravasi è sempre fonte di riflessione. Mai come in questi ultimi giorni è utile confrontarsi con la sapienza degli antichi asceti. Anche le parole di Gesù servono per ripensare agli utlimi accesi dibattiti che hanno visto numerose persone esprimere la propria opinione. Opinione che, assurta come diktat, è stata frequentemente veicolata con l'utilizzo di espressioni decisamente violente. E questo è un vero peccato. Un vero peccato perchè ho avuto l'impressione che in questo caso purtroppo siano venute meno la libertà di espressione, la libertà di confronto, il rispetto e l'educazione.
Che ognuno guardi la propria trave. 
E che ognuno si ricordi di avere le palpebre. 




1 commento:

  1. Direi anche che si ricordi di tenenere un tono di voce consono alla conversazione che non è urlando che l'dea si veicola.e l'idea deve passare non la ragione che il piacere di parlare è il contronto e il reciproco ascolto non la sordità e la prevaricazione.

    RispondiElimina