lunedì 20 gennaio 2014

Lezioni di pulizia di un monaco buddhista





La scorsa settimana sono stata ospite di un'amica a Siena per un paio di giorni. Non vivo più lì da un po' di mesi e avevo bisogno di un appoggio per questioni lavorative e famigliari. La settimana era iniziata male a causa di una preoccupazione amicale poi risoltasi in modo positivo tuttavia la settimana passata è stata molto interessante perchè il confronto di idee, l'ascolto e lo sfogo sono sempre forieri di una ventata di cambiamento, di ricircolo d'aria, buona o cattiva che sia. Tanto per cominciare ho capito che ci sono tre atteggiamenti che proprio non sopporto:

1- non sopporto chi fa battute continuamente in contesti non appropriati, quando non è il caso, quando l'argomento è serio. Poi casualmente coloro che esercitano la pratica della simpatia a tutti i costi non capiscono mai l'umorismo degli altri. Fatevi una domanda e datevi una risposta.

2- non sopporto quelle donne che divenute mamme parlano e scrivono solo dei propri figli. Avete notato che quando siete al cospetto di una madre nella maggior parte dei casi si finisce sempre di parlare di quello che fa suo figlio? Oppure quando parlate con una mamma con figlio al seguito c'è sempre un momento in cui, senza motivo, la mamma sente il bisogno di chiamare il figlio interrompendo inspiegabilmente la conversazione? Ecco io questa la trovo una roba assurda. Ok, io non ho figli e quindi non posso capire e  si, sono una donna cinica insomma accusatemi di qualsiasi nefandezza ma proprio non vi capisco. Anzi non vi sopporto. Io quando parlo con una mamma, parlo prima di tutto con una donna e non con la sua progenie. E non voglio neanche approfondire le mamme di Facebook: "oggi XXX ha mosso il braccio a destra", "mia figlia ha fatto la pipì in faccia al pediatra", "XXXX ha sbattuto le palpebre una volta in più di ieri". Per non discutere delle varie pubblicazioni di foto di figli appena nati. Ma almeno in quel momento non potete essere riservate? Non so se diventerò mamma ma se dovessero essere questi i risultati spero che le mie amiche mi diano un colpo in testa.

3- ultimo: non sopporto chi per i compleanni scrive come messaggio di auguri "AUG". Ma che vuol dire? Ma che lo scrivete a fare? 

Ecco mi sono sfogata, ora le mamme mi odieranno e me ne farò una ragione però riflettete che se avete deciso di mettere al mondo un figlio questo non significa che dovete invadermi della sua presenza....poi non siete tutte così eh!
Comunque dopo questi anatemi andiamo avanti. Nel mio soggiorno senese, oltre al fiume di parole, dei "non sopporto", di cibo non proprio sano e di un po' di risate (a causa di alcuni miei racconti lo specifico), ho passato una serata a saltare su un tappetino elastico. Parecchio divertente, vi consiglio di comprarlo, è un po' ingombrante tuttavia se non avete spazio mettetelo pure in sala, farà arredamento e gli ospiti potranno usarlo mentre aspettano la cena. Credo che il tappeto elastico sia un oggetto il cui uso potrebbe risultare efficace per liberare dalle tensioni. Provare per credere. 
Ma arriviamo al vero motivo del mio post. A casa di Laura avevo portato un libro che non avevo assolutamente voglia di leggere e quindi ho attinto alla sua biblioteca personale dove ho trovato un libercolo che le avevo regalato a Natale dell'anno scorso. Trattasi di Manuale di pulizie di un monaco buddhista di Keisuke Matsumoto.
Vi premetto che considero la mia amica, insieme a sua sorella, come facenti parte di un specie ormai in via di estinzione, che ho deciso di chiamare sacerdotesse delle pulizie. Le loro case, rispetto alla mia, hanno un ordine da studio antropologico; ogni volta che giro per le loro stanze (stanze fa molto Rinascimento) invidio la sapiente organizzazione in base alla quale gli oggetti convivono tra loro in un'armonia superba. Niente si trova (e si regala) a caso e quindi ho divorato il libro in pochissimo tempo. Mentre le mie amiche-sacerdotesse sono alla ricerca dell'ordine io sono sempre alla ricerca di risposte e prego sempre di trovarle dentro i libri. Il sottotitolo del manuale riporta: Spazziamo via la polvere e le nubi dell'anima. E qui Matsumoto ha fatto centro nel mio cuore. 
Come potevo non leggerlo? 
Il libro, piccolo e molto pubblicizzato, sviluppa il tema delle pulizie e dell'igiene personale in base ad una filosofia di vita secondo cui questi tipi di attività coadiuvano i processi che ci consentono di purificare la nostra anima. 
Il nostro Matsumoto ci fornisce tutta una serie di indicazioni e suggerimenti per dedicarci nel modo giusto al riordino del focolare domestico: l'orario (la mattina presto); l'apertura delle finestre per farci entrare in contatto con le stagioni attraverso l'aria che circola; gli strumenti (come sandali, guanti, calzini, straccio, paletta etc.); le modalità per pulire camere, bagni e cucina, il cambio dell'armadio, come fare il bucato e come risolvere gli eventuali effetti indesiderati come muffe e insetti.
Un capitolo intero è invece dedicato alla pulizia degli spazi esterni ed uno alla pulizia personale chiaramente intesa come vera e propria pulizia dell'anima. E qui ce n'è per tutti i gusti: come lavarsi (e quando) il viso, i denti, l'igiene durante i pasti e come farsi tagliare i capelli.
Inutile dirvi che i precetti sono pensati principalmente per chi vive in Giappone difatti il monaco dedica numerose pagine all'interno del libro alla pulizia di alcuni spazi o oggetti che non fanno parte della nostra cultura come il Tokonoma e il Butsuma. E poi c'è un sottocapitolo dedicato alle escrezioni. Si avete letto bene, escrezioni. In queste due pagine il monaco suggerisce come ci si dovrebbe comportare in bagno al momento dell'evacuazione degli escrementi. Il monaco raccomanda compostezza e pulizia nel rispetto di coloro che useranno il bagno dopo di noi.  Insomma capite bene che con questo monaco non si scherza e che niente è lasciato al caso.
Il suggerimento che più mi ha colpito è legato al fatto che bisogna pulire in silenzio, senza distrazioni sonore per fare in modo che le nubi nella nostra anima scompaiano con più facilità. Inoltre, un'espressione che mi è piaciuta molto è Zengosaidan il cui significato è: "non pentirti di ciò che hai fatto in passato, non preoccuparti per il futuro e dedicati con tutte le tue forze a non avere mai rimpianti."
Sulla spiegazione di questo idioma si potrebbe stare una mezz'ora buona in silenzio a riflettere ma per chi non ne sente la necessità vi dico subito che il monaco lo traduce, per quello che riguarda il settore pulizie-igiene, con non rimandare a domani quello che puoi fare oggi. 
E io appena rientrata a casa ho provato a pulire secondo i suggerimenti del libro anzi mi sarei voluta anche mettere un tenugui in testa ma ho solo asciugamani colorati o a fiori e quindi ho lasciato perdere.
Credo che la pulizia della casa non sia così strettamente funzionale alla pulizia dell'anima anzi forse ti fa vedere più nubi di quelle che t'immagini. Ma il focolare domestico è in ordine e questo può essere un motivo per essere soddisfatti del proprio lavoro.
Insomma se vi capita leggetevi questo manuale, è divertente e utile. Certe volte anche solo l'idea di fare ordine è un incoraggiamento che può far stare meglio.

La settimana si è conclusa con una bella cena a casa mia dove un'invitata, la mezza maga della moda, mi ha portato un regalo inaspettato ma molto gradito ovvero il dvd del film di Tom Ford A single man. Lo guarderò anche in questo caso con la speranza di trovare risposte ad alcune delle domande che mi pongo.
Vi saluto con una frase che rende un po' l'idea dei tempi che corrono:

ZENGOSAIDAN a tutti!

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